Ventotto attentati, undici omicidi e venti crimini d’odio riconducibili a omofobia e razzismo. A questi si aggiungono altre 146 segnalazioni riconducibili a gruppi fascisti, neonazisti e altri non specificatamente identificabili. Sono i numeri delle violenze legate ai fenomeni dell’odio registrati in Italia, soltanto dal 2014 ad oggi. Episodi che, al netto dei dati e della “semplice” composizione statistica, fotografano un’Italia in cui il razzismo, l’omofobia e l’odio nella sua accezione più generale esistono e spesso sfociano nel sangue. Per questo Isole nella Rete ha dato vita al progetto Info Antifa, un osservatorio aggiornato e geolocalizzato che ha ricostruito la mappa delle aggressioni avvenute in tutta la Penisola. Così facendo, Infoantifa Ecn, dal 2014 raccoglie le segnalazioni che fanno riferimento a violenze, attentati, aggressioni e persino omicidi.

L’ultimo di questi episodi, caricato nell’archivio del gruppo, risale all’11 giugno scorso: i fatti sono avvenuti a Torino – come riportato da Infodata de Il Sole 24 Ore – dove una 13enne è stata insultata e picchiata perché indossava una borsa arcobaleno, simbolo della comunità Lgbt+. Le hanno rotto il setto nasale mentre le urlavano contro «cagna e lesbica schifosa». Il fatto è avvenuto a giugno, mese del Pride, mentre l’Italia discuteva del Ddl Zan, congelato dai ritardi delle forze politiche in Parlamento.

Insomma, probabilmente l’obiettivo del gruppo Infoantifa Enc è proprio questo: per ogni violenza si parla sempre di «caso isolato», però poi, se si guarda la mappa realizzata da Isole nella Rete, si nota che di isolato non c’è proprio nulla. Si tratta di un fenomeno diffuso, che prende piede ovunque, in alcuni casi con più frequenza e in altri più raramente. Ma riguarda tutti,
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