Dal video rap per il clan al teatro per i cittadini: quando la rigenerazione non è solo urbana

Dal video rap per il clan al teatro per i cittadini: quando la rigenerazione non è solo urbana

750 423 Jacopo Peruzzo

C’è un posto, nella città di Latina, che nell’ultimo periodo è passato alla ribalta delle cronache nazionali per essere stato lo sfondo in cui è stato girato un video rap dedicato ai fratelli Angelo “Palletta” e Salvatore “Bula” Travali, esponenti di spicco di un sodalizio criminale tra i più feroci della recente storia del capoluogo pontino. Oggi, invece, diventa uno spazio che trova una sua redenzione, grazie ad eventi e nuove possibilità di aggregazione. Si tratta del complesso residenziale popolare tecnicamente conosciuto come Lotto 46/47, nei quartieri ex Q4 e Q5, da tutti conosciuto come “Le Vele” o addirittura i “Palazzoni”, dove è attualmente in corso un importante processo di rigenerazione, non soltanto urbana.

“Se sei in zona mia faccio bang bang”
Basta questa frase per far capire il senso del video. I rapper, che si fanno chiamare Tr4, lo scorso mese di febbraio hanno postato un video su YouTube, dal titolo “Zona”, rimosso poche ore dopo. Si tratta di un brano che presenta frasi di solidarietà per alcuni esponenti del clan Travali, tra cui Salvatore “Bula” (“Zio esce in fretta, l’ho scritto sui muri”) e altri esponenti della malavita del capoluogo. Il video, come si è detto, è stato girato ai “palazzoni” di Latina e inneggia ai soldi facili, al potere del clan, al disprezzo dei pentiti “infami” e al controllo del territorio. C’è chi si fa riprendere dalle telecamere con il passamontagna e chi a volto scoperto. Questi ultimi si riconoscono e sono le giovani leve dello stesso clan, tra familiari e affini. In alcuni passaggi del video i giovani emulano gesti come il taglio della gola o l’uso delle armi. Poi la frase esplicita: “Se sei in zona mia faccio bang bang bang”. E “la zona mia”, in questo caso, sono i palazzoni. E ancora: “C’ho in mano un fero pronto, siamo cresciuti nella fame, tra coltelli e lame”. “Ti credi Pablo ma non sei nessuno, al massimo vendi fumo”.

Una storia di redenzione
C’è una differenza sostanziale tra i concetti di rigenerazione e riqualificazione urbana: se riqualificando si demolisce e ricostruisce, con la rigenerazione si raggiunge un obiettivo più ambizioso. Si danno nuove opportunità ad una comunità. È sicuramente il caso di partire da questo presupposto, espresso dal professore Carlo Patrizio, per raccontare cosa accadrà nel prossimo futuro nei quartieri ex Q4 e Q5, grazie alla sinergia tra Comune e Ater di Latina, i quali hanno ottenuto un finanziamento da 15 milioni di euro direttamente dal Mit.
L’idea si intitola “A gonfie vele”, riguarda sia il lotto 46/47 ma anche il lotto 49 e l’ex Icos, l’eterna incompiuta che si affaccia sulla pontina. Al suo posto sorgerà un nuovo edificio, con abitazioni popolari ma anche servizi, che rappresentano quel valore aggiunto e immateriale necessario per parlare di rigenerazione urbana. Infatti, oltre all’housing sociale a canone calmierato, ci saranno una biblioteca, degli spazi di coworking, un centro sociale. Poco distante sono previsti uffici di Polizia di Stato e un presidio Asl per la sicurezza del territorio. Il tutto nel luogo che, le cronache nazionali, raccontano come un quartiere dimenticato ed in mano alla criminalità.

Il teatro che cambia la rotta
Si attendono i fondi, dunque, ma Ater e Comune hanno voluto da subito lanciare un segnale, anziché stare fermi senza fare nulla. Un primo intervento è stato già completato: il piccolo parco che si affaccia sull’ingresso alla Pontina è tornato ad essere verde e curato e allo stesso tempo è stata rifatta da zero l’area giochi per i bambini. Ma non è tutto: c’è stato un evento che, nel suo piccolo, ha permesso di cambiare il punto di vista con cui si guarda ai “palazzoni”. Si tratta di uno spettacolo teatrale, un evento tutt’altro che eclatante, ma che ha acquisito un significato importante nel momento in cui è stato portato in scena proprio lì, in quel parcheggio da molti visto come una zona di proprietà della criminalità, dove alcuni giovani della zona hanno girato un video musicale inneggiando al clan e sbeffeggiando le forze dell’ordine, le stesse che hanno identificato tutti i protagonisti ed eseguito un arresto. Con questa “piccola” iniziativa, c’è stato un cambio di rotta: i residenti e i cittadini si sono riappropriati dello spazio e hanno dato il via a quel percorso che punta a dimostrare, a quelle stesse cronache nazionali che vedono Latina come una città criminale, che il capoluogo è dei cittadini.

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.