Il Ferragnez è l’evento mediatico dell’anno, punto. E forse è riuscito a battere anche il Royal Wedding, che fino ad oggi è stato il matrimonio da televisione per eccellenza, tenendo incollate allo schermo milioni di persone, senza contare le tante scese in piazza. Insomma, il matrimonio tra Fedez, al secolo Federico Lucia, e Chiara Ferragni ha avuto una marcia in più. Il cantante super tatuato dalla faccia acqua e sapone e la blogger che praticamente comanda il mondo della moda, ha avuto un impatto mediatico unico nel suo genere, almeno in Italia.
Una celebrazione e una festa mascherate da appuntamenti intimi e riservati a pochi, visto che le due star non hanno voluto telecamere in nessuno dei due momenti. Ma alla fine, a nessuno di loro sarebbero mai serviti i classici strumenti per “divulgare” il magico momento. A raccontare ogni secondo della lunghissima giornata ci hanno pensato i social network. Tra dirette su Facebook, istantanee su Instagram o tweet veolci, tutto è stato reso pubblico. Il tutto, come dicevamo, proprio mascherando questa intenzione di voler rendere il tutto a portata di click, e quindi dando un valore aggiunto a tutti i contenuti che sono stati postati lasciando all’utente finale l’impressione che si trattasse di un qualcosa di privato, per pochi. E chi è che, più di tutti, ha giovato più di tutti di questa manovra mediatica? Qualcuno penserebbe ai grandi brand che hanno sponsorizzato l’evento, soprattutto le aziende di moda quali Versace e Dior che hanno firmato i vestiti rispettivamente di Fedez e della Ferragni. In realtà ad avere il massimo guadagno da questo matrimonio “vedo o non vedo” sono stati i diretti interessati, ossia il rapper e la blogger. Sono riusciti, in un’epoca in cui tutto è di dominio pubblico, a ricreare quella sensazione che solo chi è stato fan di qualcuno o qualcosa prima dei social può capire, ossia quello di dare all’utente l’impressione di essere riuscito ad arrivare ad informazioni private e potenzialmente inaccessibili del proprio beniamino. Insomma, due persone che fanno dei social e della circolazione della loro immagine come arma di battaglia hanno “finto” (passatemi il termine) di aver permesso a qualcuno l’accesso ad un loro momento privato. E citiamo anche filosofi, come Herzberg e la sua teoria della Soddisfazione, perché l’utente finale che voleva assistere a quel momento è stato soddisfatto non una, ma ben due volte.
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