“Lo sport non ti chiede mai da dove vieni, che lingua parli e di che colore è la tua pelle”. Basta una frase così per spiegare la magia di una squadra, che riesce ad unire dentro e fuori il campo, abbattendo qualsiasi tipo di barriera, costruita dal pregiudizio. A raccontarlo è Karambir Singh, coach e vicepresidente del Pontinia Cricket, dove a giocare sono tutti Sikh. Uno sfogo, un’opportunità o, perché no, semplicemente passione, ma questo sport è quello che serviva per la provincia di Latina che, stando ai dati Istat, ospita più di 10mila cittadini indiani regolari, ossia l’1,7% della popolazione locale. Ma quello che i Sikh trovano nell’Agro Pontino, dove arrivano attirati per opportunità di lavoro, non è sempre un lieto fine. Nella maggior parte dei casi sono sfruttati sui campi agricoli, sottopagati e soggetti a violenze e vassazioni. E sono silenziosi, come se non volessero disturbare la comunità che li ospita, in un clima di profondo rispetto per chi li ha accolti, spesso senza ricevere lo stesso trattamento. Però i Sikh, sempre gentili, hanno iniziato ad alzare la testa: negli ultimi due anni hanno dato vita al primo grande sciopero per accendere i riflettori sul caporalato e hanno detto basta ai soprusi. Vogliono farsi rispettare, ma soprattutto integrarsi. Una volta ogni anno colorano le strade dei centri di ogni Comune, per la loro grande e coloratissima festa religiosa, decidendo di mostrarsi alla popolazione e offrendo loro cibo e fiori, quasi dicendo: “Questi siamo noi, venite a conoscerci”. Ma oltre a questi tentativi di integrazione, adesso i Sikh hanno deciso di iniziare a parlare anche un’altra lingua, questa volta “universale”, che è quella dello sport.
Perché proprio il Cricket?
Tra calcio, basket, pallavolo o tennis, perché i Sikh hanno scelto proprio il Cricket? A spiegarlo è Giampiero Terenzi, in un suo articolo di Latina Oggi: “Prendi una domenica qualsiasi, l’unico giorno di pausa dal duro lavoro nei campi. Basta poco: un parcheggio, un campo incolto o un qualsiasi spazio aperto; una mazza, una pallina da tennis avvolta con del nastro isolante (la sfera regolamentare costa troppo e si deteriora presto) e la partita è servita. Il cricket è il secondo sport di squadra più seguito al mondo, ma in Italia è praticamente sconosciuto. Per gli indiani del distretto agricolo pontino rappresenta invece una passione da coltivare, in una parola soltanto: identità. Ed è proprio osservando queste partite improvvisate che le associazioni “Articolo Ventiquattro” di Fondi e “Gap” di Pontinia hanno scelto il cricket come chiave per aprire le porte all’integrazione. Attirati da uno sport così distante dalla tradizione nostrana, nel maggio 2015 i membri delle due onlus, insieme ad alcuni cittadini indiani, hanno deciso di dare vita alle prime squadre di cricket della provincia di Latina, le più a sud d’Italia: il Pontinia Cricket Club e l’Atletico Diritti Fondi, a cui si è aggiunta nell’ultimo anna anche la realtà apriliana dell’Asian Latina”.
Ma non è tutto rose e fiori
Se ingaggiare giocatori non è stato complicato, dall’altra parte i due sodalizi hanno presto dovuto fare i conti con l’immobilismo delle amministrazioni. Sia Fondi che Pontinia, infatti, non hanno mai potuto disporre di strutture comunali dove potersi allenare. Per dare comunque la possibilità ai propri tesserati di giocare con attrezzature e campi regolamentari, non senza sacrifici, i due club sono stati costretti a “migrare” altrove. Ma anche in questo senso qualcosa è iniziato a muoversi. Il torneo “Infield”, ad esempio, disputato all’interno dello stadio “Caporuscio” di Pontinia nell’estate del 2015, è servito a focalizzare l’attenzione sulla voglia di sport da parte della comunità indiana e del bisogno di strutture adeguate alla richiesta. La kermesse, a cui hanno partecipato dieci squadre, ha ricevuto il patrocinio di Comune di Pontinia, Coni Lazio e ambasciata indiana. E’ stata una giornata di sport che ha anche attirato parecchio pubblico sugli spalti. Un successo tale da convincere i due club a compiere il grande salto: regalare ai propri atleti l’esperienza in un campionato vero. Un momento a suo modo storico in questo processo di crescita è stato vissuto il 16 giugno 2016, quando, a Borgo Grappa, Pontinia e Fondi hanno dato vita al primo derby dell’Agro Pontino nel campionato Interregionale. A bordo campo era presente anche Simone Gambino, presidente della Federazione Italiana Cricket. Esperienze che sono continuate anche nel corso di questa stagione, in cui le due formazioni hanno continuato la loro esperienza cercando di coinvolgere sempre più giovani.
Gli obiettivi
La strada da percorrere è ancora molta. Al di là delle già citate problematiche logistiche, l’obiettivo principale è riuscire a fare breccia nel cuore della popolazione autoctona e dare una svolta al processo di integrazione. In tanti hanno iniziato ad appassionarsi ad uno sport finora sconosciuto, ma adesso il sogno nel cassetto dei due team è quello di vedere in campo i primi giocatori italiani e cercare di costruire un vivaio che possa diventare fucina di talenti per il futuro. Un passo importante in tal senso è stato compiuto nella cittadina di Pontinia grazie al progetto “Fuori Classe”, in cui si è cercato di convincere i ragazzi delle scuole che c’è altro oltre al calcio, oltre a tanti eventi anche in piazza. E, da oggi, ci si proverà ancora una volta in campo, stavolta in un palazzetto, con la seconda edizione del torneo “Infield”.
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