Immaturi digitali, i territori della provincia di Latina che restano indietro

Immaturi digitali, i territori della provincia di Latina che restano indietro

2560 1545 Jacopo Peruzzo

Quanto è digitale la provincia di Latina? Una domanda a cui non è così semplice rispondere, visto che bisogna tenere conto di diversi fattori: le infrastrutture disponibili, i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, la transizione delle imprese al 4.0 e la capacità (e possibilità) dei cittadini di usufruire dei servizi online. A mettere a sistema tutti questi fattori ci ha pensato Register.it con il suo “Enti Digitali”, progetto ideato e promosso insieme a Prokalos e DataDrivers volto alla valutazione del grado di maturità digitale delle amministrazioni comunali italiane e presentato che all’ultima assemblea annuale dell’Anci.
Si tratta di uno strumento di misurazione dell’indice di maturità digitale dei comuni italiani, disponibile all’indirizzo www.entidigitali.it, che consente di stilare una classifica dei 7.904 comuni italiani oggetto di ricerca.

Per stilare la graduatoria, realizzata sulla base degli Open Data messi a disposizione da AGcom, Istat, Ipa Open Data, Ookla, vengono analizzati diversi indicatori, su una scala da 0 a 100, che poi vengono aggregati.
Insomma, al netto della complessità con cui vengono calcolati i risultati, leggere i valori delle performance risulta semplice: 60 rappresenta la sufficienza (che è comunque una valutazione positiva solo per chi si accontenta).
In questo scenario, la provincia di Latina sfiora il voto minimo necessario per l’ipotetica promozione: il punteggio totale medio è di 58,68. La voce peggiore per il territorio riguarda la preparazione della pubblica amministrazione al mondo digitale, dove viene registrato un punteggio di 41,76. Anche le infrastrutture (quali disponibilità di connessioni, fibra ottica, Wi-Fi gratuito e così via) è deludente (52,79) e questo implica anche una bassa propensione delle imprese ad affacciarsi sul mondo del 4.0 (punteggio di 58,68).
L’unico voto che raggiunge la sufficienza è quello relativo ai cittadini (61,33) e alla loro propensione e capacità di usufruire dei servizi online (o almeno quei pochi che vengono offerti).

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