Italia – Siret, andata e ritorno. L’umanità viaggia in camper

Italia – Siret, andata e ritorno. L’umanità viaggia in camper

2048 1536 Jacopo Peruzzo

Stanno ancora elaborando tutto quello che hanno visto, ma soprattutto vissuto, perché al di là della stanchezza, che ormai è passata, il carico emotivo resta e non si può far finta che non esista. Il viaggio di Daniele Danieli e Fabrizio Lolli non è stato una “semplice” traversata di 2.010 chilometri a bordo di un camper. È stata una vera e propria esperienza, di quelle che ti segnano.
Sono partiti lo scorso mercoledì, per questo viaggio organizzato in fretta ma senza andare all’avventura: il loro obiettivo era aiutare una famiglia ucraina in fuga dalla guerra e per farlo si sono appoggiati ad associazioni del capoluogo, che gli hanno indicato dove andare a prendere e dove portare i profughi una volta tornati nel capoluogo.

«Quando siamo partiti eravamo euforici – ha dichiarato Fabrizio – e abbiamo ricevuto tanti messaggi da parte di amici e parenti, sia di incoraggiamento che di apprensione, ma noi eravamo abbastanza sereni. D’altronde, io Daniele ci conosciamo da 20 anni e di esperienze insieme ne abbiamo fatte tante». La prima parte del viaggio, quella di andata, è stata molto tranquilla. «Ce la siamo presa comoda all’andata – prosegue Fabrizio – soprattutto perché dovevamo aspettare che la famiglia con cui siamo tornati uscisse dalla frontiera. Per questo abbiamo fatto più soste e ci siamo anche goduti un po’ il paesaggio e la vita da camper, anche se alla fine ci siamo fermati solo per mangiare e per dormire. Questo, per me, è stato il primo viaggio su un mezzo attrezzato».
Così i due hanno attraversato prima la Slovenia, poi l’Ungheria ed infine la Romania, dove hanno avuto qualche difficoltà, tra strade fatte di tornanti stretti e la scarsa conoscenza del sistema autostradale locale. Nella giornata di venerdì, i due sono giunti a Siret, in Romania, dove avevano l’appuntamento con la famiglia che, intanto, dall’Ucraina si è spostata prima in Moldavia e infine nella città di confine.

«Quando siamo partiti eravamo euforici – ha dichiarato Fabrizio – e abbiamo ricevuto tanti messaggi da parte di amici e parenti, sia di incoraggiamento che di apprensione, ma noi eravamo abbastanza sereni. D’altronde, io Daniele ci conosciamo da 20 anni e di esperienze insieme ne abbiamo fatte tante». La prima parte del viaggio, quella di andata, è stata molto tranquilla. «Ce la siamo presa comoda all’andata – prosegue Fabrizio – soprattutto perché dovevamo aspettare che la famiglia con cui siamo tornati uscisse dalla frontiera. Per questo abbiamo fatto più soste e ci siamo anche goduti un po’ il paesaggio e la vita da camper, anche se alla fine ci siamo fermati solo per mangiare e per dormire. Questo, per me, è stato il primo viaggio su un mezzo attrezzato».
Così i due hanno attraversato prima la Slovenia, poi l’Ungheria ed infine la Romania, dove hanno avuto qualche difficoltà, tra strade fatte di tornanti stretti e la scarsa conoscenza del sistema autostradale locale. Nella giornata di venerdì, i due sono giunti a Siret, in Romania, dove avevano l’appuntamento con la famiglia che, intanto, dall’Ucraina si è spostata prima in Moldavia e infine nella città di confine.

«È stata un’esperienza gratificante, stancante ed emozionante. Non ho parole – ha raccontato daniele – Sto ancora elaborando quello che è successo: arrivare lì mi ha permesso di avvicinarmi a quanto sta realmente accadendo in Ucraina, perché vedere quelle persone in fuga, con un trolley e una busta, ti permette di capire quanto sia drammatica la situazione. E mi ha colpito il fatto che, per tutto il viaggio, nessuno di loro ci abbia chiesto nulla, se non dove avrebbero dormito una volta arrivati. Si sono affidati completamente a noi. Mi sono sentito estremamente responsabile».

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