Un contratto di rete delle imprese turistiche, un patto di collaborazione per lo sviluppo sostenibile della destinazione turistica, un questionario da sottoporre a chi decide di venire in provincia per sapere com’è andata la vacanza, e poi ancora una app innovativa aperta a tutti e programmi di formazione per gli operatori, l’ultimo dei quali vuole sfruttare l’opportunità del bando Vitamina G della Regione Lazio.
Queste sono soltanto alcune delle iniziative messe in campo dal marchio Riviera di Ulisse, attualmente gestito la cooperativa sociale “Cooperiamo Insieme”, che oggi può vantarsi di essere la prima impresa in Italia per la certificazione dei marchi Iso 17030 delle strutture ricettive e stabilimenti balneari (ossia le “stelle”, le categorie e le tipologie). Una realtà locale il cui scopo è smuovere la rete del turismo locale, proponendo idee e programmi innovativi, ma che ha anche l’ambizione di cambiare la cultura del turismo.

A fare da guida in questo tour nella Riviera di Ulisse è il presidente Riccardo Pece, vertice dell’ente di terzo settore che nel 2019 ha rilevato il marchio nato ad inizio anni ‘60 con l’ex Ente di Promozione del Turismo (Ept), poi conservato dall’Apt e che nel 2018 era scaduto senza rinnovo.
Forse ed ingiustamente troppo all’ombra del più noto Ente Parco con cui condivide il nome (ma quest’ultimo, istituito nel 2003, è nato sulla scia del marchio), la Riviera di Ulisse oggi «è la prima impresa sociale italiana a certificare, con marchio di terza parte, la conformità, la classificazione e gli standard che devono essere forniti al turista dalle strutture», spiega Pece. Insomma, «è come quando compri un prodotto: è grazie al codice a barre, all’etichetta e alla presenza di un numero verde con tanto di centro reclamo che il consumatore riconosce la qualità – prosegue il presidente – E così è il turismo: funziona se ci sono delle garanzie per l’utente. Questo è ciò che siamo».

In questo scenario, l’ente si propone proprio come soggetto terzo, che può confermare se un hotel dispone veramente dei prerequisiti necessari per sfoggiare le stelle che ha precedentemente richiesto con l’autocertificazione regionale, ma può anche fare da soggetto terzo ed imparziale in caso di eventuali controversie tra un utente insoddisfatto e la struttura, cercando di capire se quest’ultima ha offerto tutti i servizi che aveva promesso o meno. Naturalmente «non possiamo elevare sanzioni, come faceva l’Atp – precisa Pece – Il nostro compito è quello di fare da consulenti per lo sviluppo sostenibile e la competitività sostenibile». Per quanto riguarda la classificazione delle strutture, «se l’attività non è conforme a quanto dice di offrire, effettuiamo le opportune segnalazioni affinché la stessa recuperi le carenze. Solo allora possiamo certificare le eventuali due, tre, quattro o più stelle». Ma la Riviera di Uilisse non è solo questo: «Siamo anche guide turistiche, mentre altri sono tecnici di strutture ricettive, esperti di management e abbiamo in squadra anche blogger. Possiamo interfacciarci con tour operator e dare un forte impulso al turismo locale».

Infine, come si è detto, gli obiettivi della Riviera di Ulisse sono tanti e ambiziosi. Tra questi c’è il già citato questionario da sottoporre agli utenti per determinare il grado di soddisfazione, oltre che una serie di strumenti che vengono forniti gratuitamente alle imprese, come l’accesso gratuito alle piattaforme intranet ed extranet, l’utilizzo del marchio di conformità, una app dedicata, l’aggiornamento del sistema informativo delle imprese turistiche, un sistema di gestione reclami e la realizzazione e la condivisione di un archivio pubblico di immagini turistiche, solo per citare quanto contenuto nel contratto di rete delle imprese. A questo si aggiunge la capacità di intercettare bandi dedicati al settore, che fanno bene non al singolo, ma all’intero territorio.
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