Mondiali

Mondiali

1920 1280 jacopoperuzzo

Il tifoso occasionale porta male, è vero. Eppure, nonostante non mi sia mai interessato di campionati e coppe, devo ammetterlo: i mondiali li ho sempre seguiti. Anche gli europei. Mi bastava la scusa dello satre insieme per tifare una squadra che, per qualche settimana, era capace di unire tutti. Ma veramente tutti. E la gente unita, diciamolo, è sempre una cosa bella da vedere. Quest’anno, invece, l’incubo: l’Italia non gioca nei mondiali in Russia. Le prime partite sono iniziate, e mentre Cristiano Ronaldo segna tre gol alla Spagna, l’Argentina perde in maniera indecorosa e il Messico riesce a trionfare sulla Germania, mi accorgo di essere dentro la tragedia. I mondiali, quest’anno, sono diventati come una qualsiasi coppa o campionato invernale. Non c’è l’Italia e tutti intorno a me corrono a cercare una bandiera da sventolare, una squadra da tifare. Come in un campionato.
Ma i veri motivi per cui mi mancherà l’Italia ai mondiali sono cinque:

 

1. Siamo tutti amici

Che si vinca o si perda, ogni partita dell’Italia al mondiale è una festa. Soprattutto se si sceglie il locale all’aperto col maxi schermo. Lì conoscere gente nuova è un gioco da ragazzi. E qualche conoscenza del 2006 me la porto dietro ancora oggi.

 

2. C’è qualcosa da fare

L’estate è un’arma a doppio taglio. Stare tutto il giorno al mare senza fare niente (bei tempi quelli dell’Università) pensando che la sera non ci sarà niente da fare è alienante. Sapere che c’è la partita dell’Italia fa felice anche un non tifoso, ve lo assicuro.

 

3. Inizio a capire qualcosa di calcio

Fuorigioco, fallo da cartellino rosso e guardalinee: sono regole e figure che ho conosciuto soltanto grazie ai mondiali, vedendo le partite dell’Italia. Quest’anno, senza l’Italia e le grandi rimpatriate davanti allo schermo, chi mi spiegherà come funziona la novità del Var?

 

4. Dopo la partita si fa festa.

Se l’Italia vince, si va a festeggiare. Se l’Italia perde, invece, si esce per dimenticare. In ogni caso, si sta uniti per gioire o soffrire insieme. Sì, la storia dello stare insieme c’entra sempre qualcosa.

 

5. L’ebbrezza del tifo

È l’unico momento in cui anche noi non tifosi, diventiamo iene assatanate di gol e di vittoria. E lasciatemelo dire, a tratti è davvero divertente. Peccato non riuscire a provare lo stesso con i colori dei Club. Da una parte, invidio i tifosi.

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