“Chi è che comanda qui?”Spero non lui, il ragazzino dell’Istituto tecnico commerciale “F. Carrara” di Lucca che ha umiliato il professore di fronte a tutta la classe, mentre i compagni ridevano di gusto. A parte le dubbie capacità di trattativa del giovane studente che – consentitemi- mi sembrano davvero molto scarse (se devi rischiare così tanto, ti accontenti di un 6? Almeno chiedi un 8, o giù di lì…) c’è un problema più grande di fondo dietro a quanto accaduto.
Sono uscito dalle superiori più di dieci anni fa, ma che l’aria stava tirando in questa direzione era palese già prima del 2010. Sono figlio di professoressa e mi sono occupato di cronaca nelle scuole per anni. Insomma, di storie ne ho viste e sentite tante e il cliché è sempre lo stesso: il ragazzo va male a scuola, prende un brutto voto e va dai genitori che poi vanno a lamentarsi con il dirigente. E quanti se ne vedono di presidi che poi se la prendono col professore? Per fortuna non è quello che è successo all’Itis di Lucca, dove il preside è stato chiaro: a lui le scuse non bastano. Il ragazzo che ha umiliato il prof verrà sospeso, e con lui rischiano altri tre. “Bene ha fatto il preside a sospendere il giovane studente. Quanto successo all’Itis deve essere chiarito completamente “sotto ogni suo aspetto” direbbe Di Maio.
Ancor più grave, in questa precisa occasione, è che a riprendere i fatti ci fosse un telefonino, tenuto da un altro geniaccio, che ha deciso di diffondere tutto sul web, sperando nei big likes e trovandosi (fortunatamente questa volta) a un passo dalla sospensione.
Ma è un caso raro. Non tutte le scuole sono come il Carrara. Ho sentito di professori che sono stati per mesi in pena soltanto per aver messo un 5 in pagella e di poveri sventurati che si sono fatti cinque giorni in ospedale perché uno studente ha centrato il loro occhio con un pennino laser. Dico ben cinque giorni di prognosi e nessuna presa di posizione da parte della scuola. Così il prof è stato umiliato e il giovane impunito, mentre nelle classi è iniziata a girare voce che quel docente, è un “fesso”, con cui ci si può permettere di tutto.
E ancora una volta, ci si indigna. Per qualche giorno, fino alla prossima scioccante notizia.
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