Alla faccia di chi dice che ha barato: Sabino Rinaldi è un eroe nazionale e ha portato alta la bandiera italiana a Londra. Ha vinto la medaglia d’oro in “facciamoci riconoscere anche in Inghilterra”.Ora, non sono proprio un atleta, ma di amici che si spaccano per fare sp
ort ne conosco a bizzeffe. E se li senti parlare, nessuno di loro descrive mai gli esercizi fatti o le modalità di allenamento: ti tengono soltanto ore e ore a raccontarti di quanto lo sport ti insegni la disciplina, il rigore morale, la voglia di superare te stesso.
Non è esattamente quello che ha fatto il nostro Sabino Rinaldi, 59enne di Bari, che il 22 aprile ha partecipato alla maratona di Londra, dove hanno gareggiato ben 47mila runners. Il nostrano, però, avrebbe corso a ben 23 chilometri orari per un bel tratto di strada, battendo in velocità anche il terzo in ordine di arrivo, nonché campione olimpico. Alla fine dei conti, il Rinaldi si è classificato alla 14millesima posizione circa (più o meno), ma per un gran pezzo di strada ha corso come un fulmine. Peccato che poi si è scoperto che il barese era anche baro: ha preso una scorciatoia e nessuno se ne sarebbe accorto per giorni. Le lacrime dell’allenatore a fine gara, l’entusiasmo dello stesso Rinaldi ai microfoni della Tv inglese, hanno perso senso in un secondo, non appena i giudici di gara hanno scoperto il misfatto.
Ma il bello arriva ora: in Italia nessuno sapeva che un connazionale aveva corso come un razzo alla più importante maratona europea, fin quando non si è sparsa la notizia che un barese aveva fatto “l’italiano” all’estero. Se fosse stato un campione, sarebbe rimasto nell’ombra. Invece, ora, Sabino Rinaldi è un eroe. È il paradosso dell’Italia, che dei suoi “grandi” si cura poco, ma delle sue “vergogne” (mi passi il termine il signor Rinaldi) ne parla ovunque: al bar, al pub, al lavoro, anche da soli davanti allo specchio.
Nella mia carriera di giornalista, ho conosciuto parecchi italiani che, all’estero, si stanno spaccando veramente come la scienziata Alessandra Mastrobuono Battisti, di Pontinia, un piccolissimo Comune in provincia di Latina, che ha redatto la teoria, oggi più accreditata, sulla genesi della Luna. Mica sassolini. O il giovane, Stefano Dubay, sempre di Latina, che ha vinto due Premi Oscar come disegnatore 3D, creando il protagonista Baymax di Big Hero 6 e il mostro di ghiaccio di Frozen (sì, quello di “Let it go o ancora Luca Scalia, giovane (guarda un po’ anche lui di Latina) che sta disegnando le copertine dei cd dei più grandi artisti nazionali e non. Tutta gente famosissima nel proprio ambiente, ma che forse, proprio per le sue alte e specifiche competenze, viene scartata dall’agenda dei media.
Se solo uno di questi, avesse preso uno scivolone, o peggio, avesse commesso qualcosa per “farsi riconoscere” all’estero, come il buon Rinaldi, adesso sarebbero conosciuti anche a chi di scienza, cinema o arte, non ne capisce un bel nulla.
“Bad news are good news”, recitava cinicamente qualcuno. E diceva la pura verità.
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