Scusate musicisti, ma io sto con il “localaro”.

Scusate musicisti, ma io sto con il “localaro”.

960 640 jacopoperuzzo

Dovrebbero essere una squadra, e invece sono diventati acerrimi nemici, almeno nei luoghi comuni e salvo qualche rarissima eccezione. Parlo dei musicisti e dei titolari dei club, o pub, o bar o quello che vi pare.  È ormai da tempo che chi suona (non per professione, s’intende), punta il dito contro il “localaro”, quello che chiede “quanta gente mi porti” e che non si rende conto che vuole far suonare gratis chi ha speso soldi per studiare, comprare strumenti e si è fatto un “mazzo tanto” per caricare tutto in macchina per una serata (così recitano i meme più famosi).

Ci sta. La musica va sempre e comunque pagata, anche solo per una questione di dignità. E gli artisti emergenti vanno finanziati, visto che per una piccola band o un cantautore di città, non esiste altro modo per farsi conoscere se non fare serate retribuite dove vendere un po’ di merch e qualche disco. Ma la domanda che forse in pochi si pongono è: ma il locale, chi lo finanzia? Parliamoci chiaro, se aprire un live club significasse automaticamente fare una montagna di soldi, i locali aprirebbero a bizzeffe, invece di chiudere uno dopo l’altro. E se anche in questo caso il gestore non pagasse, allora sì che ci sarebbe da essere arrabbiati dalla mattina alla sera.

La verità è che i live club sono sempre vuoti. La verità è che il musicista o il gruppo che pretende di fare una serata a 400 euro, negli stessi locali a cui chiede di suonare non lo si vede mai.

E allora sì che tutto si riduce a “quanta gente mi porti”: se c’è una band che, per amicizie o  per validità di contenuti, ti riempie il locale, è più facile che questa suonerà di più e che verrà retribuita. Ripeto: io sono un musicista, suono e pretendo di essere pagato, ma sono anche un ascoltatore. Ai locali ci si va sempre e comunque , non importa se a suonare sia la band famosa di turno o il gruppo sconosciuto proveniente dal borgo più sperduto del mondo. Perché se non siamo musicisti,  a dimostrare per primi che la musica live funziona (e parliamoci chiaro, dovrebbe essere un ragionamento a prescindere dagli interessi), quale imprenditore potrebbe mai decidere di aprire un club per fare beneficenza e fare felice qualcuno senza ottenere niente in cambio?

Insomma, io sto col localaro, almeno finché la situazione resterà questa.

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.