Terremoto in Comune, dove a partire da ieri, sindaco, assessori e consiglieri comunali hanno ufficialmente smesso di rivestire la carica istituzionale. Così ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale di Latina, che ha accolto il ricorso presentato da Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci, che subito dopo le elezioni avevano richiesto il riconteggio dei voti.
E avevano ragione: il Tar ha ufficialmente annullato le operazioni elettorali che sono state svolte in ben 22 sezioni su 116 totali, e per gli elettori delle sezioni in cui sono state riscontrate le violazioni è stato disposto il ritorno alle urne.
Fino ad allora, tutti a casa: la sentenza del Tar ha ufficialmente annullato il verbale di proclamazione degli eletti.

Il ricorso è stato presentato lo scorso 26 novembre, quando i ricorrenti, candidati non eletti nelle liste collegate al candidato sindaco Vincenzo Zaccheo, hanno impugnato gli atti lamentando che il mancato raggiungimento del 50% +1 al primo turno, sarebbe stato determinato da «un significativo numero di voti illegittimamente assegnati e da schede elettorali illegittimamente rendicontate nei verbali delle sezioni elettorali».
I ricorrenti hanno denunciato «gravi violazioni di legge riscontrate nelle operazioni di voto e di scrutinio in molti Uffici elettorali di sezione, come risulta dai rispettivi verbali, con specifico riferimento al numero di schede autenticate e bollate e dalla discrepanza tra numero di schede vidimate, numero di voti espressi e numero di schede vidimate non utilizzate, indicatori del verificarsi del fenomeno comunemente descritto come “schede ballerine”».
Nello specifico, in alcune sezioni non c’è corrispondenza tra il numero di schede autenticate e il totale delle schede utilizzate dagli elettori e neanche con quelle autenticate e non utilizzate, mentre in altre non c’è corrispondenza tra il numero di votanti e il numero di voti espressi. In altre ancora, il numero di schede autenticate è superiore al numero degli elettori. E non finisce qui: ci sono sezioni in cui a causa delle omissioni dei verbali non è possibile effettuare un esatto riconteggio, altre in cui è stato autenticato un numero maggiore di schede rispetto al numero di elettori e, ancora, sezioni in cui sono presenti verbali con evidenti correzioni e cancellature. «In tutti casi – si legge nella sentenza del Tar – non si tratta di mere irregolarità formali, bensì della diffusa e grave violazione di disposizioni poste a tutela della libertà del diritto di voto».

«Il fenomeno deve essere valutato di rilevanza tale da incidere potenzialmente sul corretto risultato del primo turno elettorale, a seguito del quale il candidato Sindaco Zaccheo non ha raggiunto la quota del 50% dei voti più uno, per uno scarto di circa 1071 voti – si legge nella sentenza del Tar – Il fenomeno deve essere valutato di rilevanza tale da incidere potenzialmente sul corretto risultato del primo turno elettorale, a seguito del quale il candidato Sindaco Zaccheo non ha raggiunto la quota del 50% dei voti più uno, per uno scarto di circa 1071 voti».
Secondo il Tribunale, è evidente che, dietro all’apparente minimo scarto, esclusi i casi eclatanti delle sezioni 40, 73, 95 e 103, tra il numero delle schede risultante nei verbali, quello delle schede effettivamente adoperate dagli elettori e quello delle schede non utilizzate, può nascondersi il fenomeno della cosiddetta “scheda ballerina”. Si tratta, nello specifico, di un fenomeno che consiste nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all’elettore. Quest’ultimo, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca che gli è stata assegnata, per poi depositare nell’urna quella che gli è stata consegnata all’esterno.
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